mercoledì 24 gennaio 2018

OSCAR 2018. LA FAVOLA DI GUILLERMO DEL TORO CONTRO TUTTI

Dall'alto: Sally Hawkins e la creatura anfibia in The Shape of Water di Guillermo del Toro; Frances McDormand in Three Billboards Outside Ebbing, Missouri di Martin McDonagh; una scena da Dunkirk di Christopher Nolan; Saoirse Ronan in Lady Bird di Greta Gerwig; Timothée Chalamet (a sinistra) e Armie Hammer in Call Me By Your Name di Luca Guadagnino. 


Chi è il favorito dell'edizione numero 90 degli Academy Award?

In generale verrebbe da pensare che il film che ha raccolto più nomination possa presentarsi come naturale front-runner.

Se così fosse, The Shape of Water di Guillermo del Toro - già vincitore del Leone d'Oro a Venezia 2017 e di due Golden Globe per la regia e la colonna sonora non molti giorni fa - non avrebbe rivali, forte delle sue 13 candidature.

Ma abbiamo visto nelle scorse edizioni che in un solo caso il film più nominato è stato quello che si è aggiudicato la statuetta più ambita.

Nel 2012, Hugo Cabret di Martin Scorsese aveva perso contro The Artist di Michel Hazanavicius, così com'era successo poi a Lincoln di Spielberg ( 2013) contro Argo, a Gravity contro 12 Anni Schiavo ( 2014), a The Revenant contro Il Caso Spotlight ( 2016) e l' anno scorso a La La Land contro Moonlight - solo nel 2015 Birdman riuscì nell'impresa, partendo però dallo stesso numero di candidature di Grand Budapest Hotel.

E soltanto nel 2012 e nel 2015 il vincitore ha vinto pure il premio per la regia.






La favola romantica del cineasta messicano tra un'inserviente muta e un mostro anfibio se la dovrà vedere con film molto diversi l'uno dall'altro.

Lady Bird è la storia di una ragazza ribelle ed è diretta da Greta Gerwig.
Che è solo la 5a donna candidata alla regia nella storia dell'Academy - l'apripista fu nel 1976 la nostra Lina Wertmüller per Pasqualino Settebellezze, poi seguirono Jane Campion nel 1993 (Lezioni di Piano), Sofia Coppola nel 2003 (Lost in Translation) e Kathryn Bigelow nel 2010 (l'unica finora ad essersi aggiudicata la statuetta, per The Hurt Locker).
5 nomination.

Il dramma bellico Dunkirk di Christopher Nolan è a quota 8.

Il recente vincitore dei Golden Globe, il drammatico Three Billboards Outside Ebbing, Missouri - anch'esso presente e premiato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia - ne ha ricevute 7 (ma non quella per la regia di Martin McDonagh! Va bene che costui un Oscar l'ha già vinto per Six Shooter, però dispiace la sua assenza nella categoria).

A quota 6, due sorprese: L'Ora più Buia-The Darkest Hour (con un Gary Oldman in odore di statuetta nei panni di Winston Churchill) e lo stilosissimo Il Filo Nascosto-The Phantom Thread di Paul Thomas Anderson (con il grande Daniel Day-Lewis nel ruolo di uno stilista che si innamora della sua modella).

Tra i nove in lizza per la migliore pellicola troviamo pure un italiano: Call Me By Your Name (Chiamami Col Tuo Nome), storia di un amore omosessuale diretta da Luca Guadagnino (ricordate A Bigger Splash?).

4 nomine, come Get Out di Jordan Peele, horror - genere piuttosto inconsueto nella categoria (si veda L'Esorcista di William Friedkin) - che però possiede anche risvolti di critica sociale.

Poche speranze per l'impegnato The Post di Steven Spielberg - due nomine solamente, seppure pesanti: per il miglior film, appunto, e per l'immensa Meryl Streep, giunta ormai alla 21a nomination!






Meglio di lei, quest'anno, ha fatto il compositore John Williams: 51 (sì, avete letto bene: 51!), a un passo dal record assoluto di Walt Disney (59).

Altra statistica curiosa: Christopher Plummer - colui che ha sostituito in fretta e furia Kevin Spacey travolto dallo scandalo delle molestie sessuali in All The Money In The World di Ridley Scott - è diventato alla veneranda età di 88 anni l'attore più anziano nella storia dell'Academy ad essere mai stato candidato.

Tra le altre pellicole nominate da notare la presenza dell'adrenalinico Baby Driver, della produzione Netflix Mudbound e persino dell'ultimo film di Hugh Jackman nei panni di Wolverine, Logan (nella categoria della migliore sceneggiatura non originale!), mentre Blade Runner 2049 ha raggranellato ben 5 menzioni tecniche.

Clamorosa e deludente l'assenza di altre pellicole supereroistiche: almeno Wonder Woman - così come la sua regista, Patty Jenkins - avrebbe meritato una menzione.

Vi abbiamo dato solo un assaggio di quello che vi aspetta nel nostro Speciale, che come ogni anno sarà ricco e vi farà conoscere in profondità tutti i film candidati.

Siete pronti?




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