giovedì 12 gennaio 2017

ROGUE ONE: A STAR WARS STORY, IL PIANO PER TRAFUGARE I PIANI

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer). 

USA, 2016
133'
Regia: Gareth Edwards
Interpreti: Felicity Jones, Diego Luna, Ben Mendelsohn, Donnie Yen, Jiang Wen, Mads Mikkelsen, Riz Ahmed, Forest Withaker, Anthony Daniels, Ian McElhinney, Ben Daniels, James Earl Jones (voce nella versione originale).


Rogue One ("Rogue" vuol dire canaglia/furfante) è il nome di un'astronave dell'Impero requisita e ribattezzata così da ribelli decisi ad impossessarsi dei piani della Morte Nera, una terribile arma in grado di distruggere interi pianeti, per scoprirne il punto debole.

Dell'equipaggio fanno parte, tra gli altri, il dissidente senza troppi scrupoli Cassian Andor (Luna), il sardonico droide K-2SO, il pilota imperiale passato alla Resistenza Bodhi Rook (Ahmed), il monaco cieco Chirrut (Yen, specialista in arti marziali. Ricordate Ip Man?) e il gigante giallo Baze (Wen).

E soprattutto la giovane Jyn Erso (Jones, candidata agli Oscar 2015 come migliore attrice protagonista per La Teoria del Tutto).
Il padre, Galen Erso (Mikkelsen, già migliore attore a Cannes 2012), che la abbandona a malincuore da bambina, è un ingegnere che lavora alla costruzione della Morte Nera e che, tormentato dai rimorsi, fa trapelare i piani per distruggere l'arma.

A contrastare il commando, l'ambizioso direttore dei lavori (!) Krennic (Mendelsohn) e due vecchie - e cattive - conoscenze.

Bene, sono iniziati gli spin-off di Guerre Stellari: quelli della cosiddetta Star Wars Anthology.
Non aspettatevi novità sconvolgenti: le pellicole sono programmaticamente incanalate nel mondo creato da George Lucas e, più precisamente, saranno approfondimenti di storie già affrontate precedentemente.

Per esempio il secondo episodio, che uscirà fra un paio d'anni, racconterà la giovinezza di Han Solo e Lando Calrissian, che saranno interpretati rispettivamente da Alden Ehrenreich (quello di Twixt) e Donald Glover (quello della serie Community, ma visto anche in Sopravvissuto-The Martian).

Questo primo, Rogue One, è centrato invece sull'antefatto che porterà Luke Skywalker a neutralizzare la Morte Nera (vedi Una Nuova Speranza).






La continuità con la prima - in ordine di uscita al cinema - trilogia è lampante, così come sono smaccati i riferimenti.
Personaggi ricorrenti (alcuni riproposti tramite una computer grafica non molto sofisticata, a dire il vero), scene di combattimenti aerei che sembrano prese pari pari da quelle dell' Episodio IV: nonostante protagonisti nuovi e nuovi pianeti, c'è un senso di confortante dèja-vu, un che di familiare che piacerà soprattutto ai fan (qualcuno si è spinto a paragoni, un po' eccessivi, con L'Impero Colpisce Ancora).

Ma chi si è perso le puntate precedenti, non disperi: il film è costruito intelligentemente in modo tale da non essere poi così concatenato con gli altri - al contrario di quelli della Marvel, dove se te ne perdi uno, poi qualche difficoltà a cogliere i rimandi ce l'hai.
Si segue bene, fila liscio pur senza clamorosi colpi di scena, intrattiene con un buon ritmo: insomma, è gradevole e piacevole, senza violenza eccessiva o volgarità.

Insomma, il classico prodotto Disney: diligente, fatto bene e adatto alle famiglie.
Allo stesso tempo, se vogliamo vedere l'altro lato della medaglia, puntare su un immaginario consolidato senza sconvolgerlo è una mossa un po' furbetta e acchiappa-pubblico (come i risultati al botteghino stanno confermando).

Ciò che però caratterizza il nuovo corso "disneyano" è il forte risalto dato alla componente femminile.
Se nei film più vecchi la Principessa Leila interpretata dalla compianta Carrie Fisher aveva un ruolo quasi paritario rispetto a Luke Skywalker (Mark Hamill) e Han Solo (Harrison Ford), nella cosiddetta " trilogia prequel" la Regina Amidala (Natalie Portman) aveva assunto sì un ruolo importante, ma subordinato a quello di Anakin Skywalker.

Già con Il Risveglio della Forza, però avviene il ribaltamento che rimette in equilibrio le parti e porta il principale personaggio femminile - la Rey di Daisy Ridley - a diventare protagonista incontrastata dell'intera vicenda.

La tendenza continua appunto con Rogue One, ma senza una demarcazione precisa: come Rey, anche Jyn è intraprendente, coraggiosa, sveglia e in gamba, un maschiaccio che sa conservare la propria femminilità senza ostentarla.
Insomma, due personaggi piuttosto simili.

Ci aspettiamo sviluppi futuri sulla prima, mentre per quel che concerne la seconda possiamo aggiungere che la scelta della britannica (come la Ridley) Felicity Jones si è rivelata comunque... felice.

Se proprio vogliamo trovare un difetto evidente del film è che neanche stavolta si vedono... i subappaltatori della Morte Nera all'opera (per i non fan di Kevin Smith rimandiamo a questa scena presa da Clerks).
E se facessero uno spin-off anche su di loro?







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