lunedì 27 aprile 2015

MICHAEL KEATON. BEETLEJUICE, BATTUTE DI SPIRITO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 1988
92'
Regia: Tim Burton
Interpreti: Michael Keaton, Geena Davis, Alec Baldwin, Winona Ryder, Jeffrey Jones, Catherine O'Hara, Sylvia Sidney.


I vostri amici fantasmi sono appena deceduti e vogliono liberare la loro casa dalla presenza fastidiosa di una famiglia di vivi insopportabile?
Metteteli in guardia: i due sposini Barbara e Adam (Davis e Baldwin), convinti dalla pubblicità in Tv, si sono rivolti ad uno spirito maligno piuttosto logorroico e invadente (Keaton), e ora non sanno più come liberarsene.

P.s.: evitate di pronunciare il suo nome per tre volte di seguito...

È il 1988 ed esplode come un petardo il fenomeno Beetlejuice, campione d'incassi che rivela al mondo intero il talento recitativo comico di Michael Keaton - i precedenti Night Shift-Turno di Notte e Mister Mamma, successi in patria, non erano stati altrettanto eclatanti nel mercato internazionale - e quello registico di Tim Burton, alla sua opera seconda.
Il connubio tra i due non poteva che far scintille.

Da una parte un attore dai tempi comici infallibili, capace di improvvisare lunghi monologhi e battute spiritose con la velocità di una mitraglietta e di impossessarsi con carisma e personalità del film, nonostante compaia in tutto solo 17 minuti sui 92 complessivi.
Il trucco - premiato con un Oscar - lo rende irriconoscibile, ma l'istrionica buffoneria e la mimica sono tutte sue.
Non è un caso che Keaton abbia più volte affermato che il ruolo preferito di tutta la sua lunga carriera sia proprio questo.

Dall'altra un giovane cineasta che riesce a mettere insieme gothic novel (Edgar Allan Poe è da sempre un suo modello conclamato), sub-cultura pop, pellicole degli espressionisti tedeschi (ad un certo punto, l'omaggio al capolavoro muto e in bianco e nero del 1920 Das Cabinet des Dr. Caligari di Robert Wiene è spudorato) e del genere horror di serie B (Roger Corman, ma anche il Tobe Hooper di Poltergeist del 1982), quadri di Edward Hopper e Salvador Dalì...

Il risultato? Un'allegra fanfara, un guazzabuglio circense inventivo ed originale che ha come colonna sonora la musica sperimentale di Danny Elfman (ex leader del gruppo New Wave Oingo Boingo), le canzoni calypso di Harry Belafonte e brani di Chopin, Wagner e Donizetti.

A posteriori, lo si può vedere come una sorta di prova generale dell'immortale Batman, che uscirà l'anno successivo rivoluzionando la mitologia fumettistica del personaggio e forse anche l'estetica cinematografica.
Non a caso regista, protagonista, compositore e co-sceneggiatiore (Warren Skaaren) sono gli stessi.

E se il celebre Uomo Pipistrello ha avuto più di un seguito - il primo dei quali di nuovo a firma Burton-Keaton - perché non rivedere sullo schermo anche il nostro Betelgeuse (eh già: il personaggio si chiama proprio così, come una stella della costellazione di Orione. Si pronuncia come il titolo del film), magari sfruttando la rinnovata giovinezza artistica di Michael dopo Birdman?

E pensare che, dopo una serie tv a cartoni animati, si era pensato ad un sequel già a partire dagli anni Novanta: Beetlejuice goes Hawaiian - di ambientazione esotica - la cui sceneggiatura era stata proposta, ad un certo punto, pure a Kevin Smith.
Idea suggestiva, ma non se n'è fatto niente. Peccato.

Più recentemente, sempre più insistenti invece si sono fatte le voci su un probabile Beetlejuice 2: a sentire Tim Burton e Michael Keaton sarebbe già deciso e la sceneggiatura dovrebbe essere già a buon punto.

Allora, fan dello spiritello porcello, volete che il vostro eroe ricompaia nuovamente?
Non vi resta che dire: "Betelgeuse! Betelgeuse! Betelgeuse!".
Chissà che questa volta...

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