lunedì 7 luglio 2014

GLI INEDITI: WHERE THE BUFFALO ROAM, PAURA E DELIRIO...CON BILL MURRAY!

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

USA, 1980
99'
Regia: Art Linson
Con: Bill Murray, Peter Boyle, Bruno Kirby, R.G. Armstrong, Mark Metcalf.


Prima di Johnny Depp con Paura e Delirio a Las Vegas e, più recentemente, The Rum Diary, c'era...Bill Murray.
Il grande comico americano - ai tempi nome di punta dello show televisivo Saturday Night Live e quasi esordiente al cinema - è stato il primo ad interpretare sul grande schermo il leggendario Hunter S. Thompson, cronista underground e padre del gonzo journalism.

Mai arrivato nelle nostre sale, il film non presenta una trama lineare, trattandosi piuttosto di un compendio degli articoli e dei romanzi dello scrittore di Louisville.
I lettori più appassionati e/o gli spettatori più attenti possono facilmente trovarvi citazioni e riferimenti estrapolati da Fear and Loathing at the Superbowl come da Fear and Loathing On The Campaign Trail '72, passando per Strange Rumblings in Aztlan e The Banshee Screams for Buffalo Meat, ma senza tralasciare il celeberrimo Paura e Delirio a Las Vegas (la scena dell'autostoppista sarebbe stata ripresa quasi letteralmente da Terry Gilliam nel suo adattamento di 18 anni dopo).

La pellicola è degna di nota principalmente per i contributi tecnici: la musica Neil Young; la fotografia del nipponico Tak Fujimoto, già collaboratore di Terrence Malick in La Rabbia Giovane; la partecipazione di Hunter in persona come consulente esecutivo ("Ma facevo poco altro che gironzolare per il set e sparare con la mia pistola a salve", ammetterà in un'intervista), il poster e i titoli di testa firmati da Ralph Steadman, illustratore storico di HST.

Ancora meglio la resa dei due protagonisti.
Bill Murray - aiutato da Steadman - aveva studiato a fondo i tic, il modo di parlare e di muoversi di Thompson, passando diversi giorni nel ranch di quest'ultimo a bere e divertirsi, rischiando anche di affogare nella piscina; la sua immersione nel ruolo è impressionante, e mise tanto a dura prova l'attore da farlo rimanere nel personaggio anche dopo la fine delle riprese e l'inizio della nuova stagione del SNL, per la costernazione dei suoi colleghi.
L'ex Frankenstein Junior Peter Boyle, dal canto suo, tira fuori un inconsueto istrionismo selvaggio e tiene testa a Murray dall'inizio alla fine, concedendosi almeno una sequenza da mattatore (a scelta: il processo ai giovani hippy o lo scontro nel bar con l'avvocato fighetto).

I limiti del film sono invece rappresentati da regia e copione.
Linson di mestiere fa il produttore, e si vede: questo rimarrà il primo di soli due tentativi dietro alla macchina da presa e, data la scarsissima dimestichezza coi tempi comici, non è difficile capire perché.
La sceneggiatura di John Kaye - squinternata come quella di un film di Cheech & Chong - fa acqua da tutte le parti, al punto da rendere vani anche i tentativi di riscriverla da parte degli stessi Murray e Thompson, che aggiunsero il prologo, l'epilogo e la voce fuori campo, cambiando altre parti qua e là.

Non una pellicola fondamentale nella storia del cinema, quindi, ma di certo consigliabile ai fan di Bill o ai seguaci di HST.

"Durante le riprese affitai una casa a Los Angeles per me e una guest house per Hunter. Di giorno lavoravo e di notte passavo tutto il tempo sveglio con lui... Una parte di Hunter è ancora dentro di me."
(Bill Murray)

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