domenica 26 agosto 2012

LE TAGLIATE 2012. SIC FIAT ITALIA, STORIA DI UN PAESE ALLO SBANDO

(Clicca sulla locandina per vedere il trailer) 

Italia, 2011
57'
Regia: Daniele Segre


Siamo stati invitati alla proiezione di Sic Fiat Italia (Così sia Italia), una delle ultime fatiche del regista piemontese Daniele Segre, ospite della seconda edizione de I Ribelli della Montagna, ovverosia il "campeggio resistente" organizzato dall'ANPI di Savona presso Le Tagliate, poco sopra Quiliano (SV).

L'autore di Morire di lavoro ritorna alle tematiche del lavoro con un'opera che, questa volta, si concentra sul drammatico referendum che si svolse il 13 e 14 Gennaio 2011 nello stabilimento industriale di Fiat Mirafiori.

Il quesito imposto dalla dirigenza della casa automobilistica torinese mirava a far scegliere ai lavoratori se approvare o no l'accordo - proposto da Marchionne e sottoscritto da CISL e UIL nonostante la contrarietà di FIOM-CGIL e COBAS - che prevedeva, tra le altre cose: una riduzione della pause, il mancato pagamento del primo giorno di assenza per malattie brevi a ridosso delle feste e delle ferie per più di due volte in un anno, aumento dei turni, cassa integrazione straordinaria per tutto il personale per un anno con la possibilità di richiamare i dipendenti al lavoro a seconda delle esigenze del mercato, esclusione dei contrari all'accordo dalla rappresentanza sindacale in fabbrica.

La scelta, in breve, si riassumeva nell'accettare nuove condizioni lavorative e continuare a lavorare, o non accettarle e chiudere.

Segre, coerente con il proprio ruolo di testimone, non interviene di persona se non per registrare gli umori, le attese, le speranze, la rabbia dei lavoratori dello stabilimento torinese, nettamente divisi tra i contrari e favorevoli a quello che è stato da molti considerato un contratto capestro se non un ricatto vero e proprio.

Il regista, tuttavia, non si limita ad occuparsi dell'attualità ma, riprendendo spezzoni di sue opere precedenti, compone un quadro della realtà lavorativa italiana degli ultimi vent'anni.
Un quadro desolante fatto di morti sul lavoro, disoccupazione, progressiva erosione dei diritti acquisiti, inadeguatezza delle rappresentanze politiche e sindacali.
A chi è rimasto stritolato dal cambiamento resta solo la solitudine, la paura, la tristezza, la rabbia, il silenzio impotente.

A Mirafiori, la vittoria del sì apre scenari inquietanti per Segre: l'uso della democrazia per fini antidemocratici (attraverso lo strumento del referendum si è chiesto direttamente agli stessi lavoratori di decidere di perdere o non perdere il proprio posto di lavoro, sacrificando nell'ultimo caso diritti conquistati nel tempo) diverrà il trampolino di lancio per ridefinire rapporti contrattuali sempre più sfavorevoli ai lavoratori?

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