lunedì 5 settembre 2011

WILDE SALOME', PACINO (CON)VINCE ANCORA


L’atmosfera sul Lido è frizzante, caotica, l’attesa per il nuovo lavoro da regista di colui che è considerato (a ragione) il miglior attore vivente è palpabile.
Ci passa accanto, sfiorandoci, Eli Roth, il regista di Hostel amico di Tarantino. Ma sta correndo di gran carriera, forse non è lui, solo uno che ci assomiglia molto. Come scopriremo qualche ora dopo, vedersi un divo in “incognito”, mescolato a gente comune, qui non è poi così inusuale.
La proiezione ha inizio nel salone del Palabiennale, imponente e gremitissimo. Ma veniamo al film.

Wilde Salomé ripercorre sostanzialmente la stessa brillante idea di quel Riccardo III con cui Pacino aveva esordito dietro la cinepresa, 15 anni fa: non solo un adattamento del testo, ma anche uno sguardo dietro le quinte; una fiction su Salomé, ma anche un documentario su Oscar Wilde e su come si può interpretare una sua pièce. Insomma, una lezione di teatro. E di cinema.

Così, vediamo il nostro alle prese come un duplice, arduo compito: allestire contemporaneamente – e con la medesima compagnia – sia una lettura teatrale che una versione cinematografica del capolavoro wildiano.
Ma Pacino fa anche di più: interroga appassionati ed esperti in materia (si vedono tra gli altri Bono, Gore Vidal, Tom Stoppard), va a visitare la vecchia casa di Wilde, ne studia gli appunti originali, si immerge nella sua arte fino a immedesimarsi in lui.

E gli attori? Pacino è Pacino, quindi da solo buca lo schermo, benché curiosamente risulti più convincente quando non recita (ma siamo sicuri?) che non nei momenti in cui interpreta Re Erode.
Dal canto suo Jessica Chastain – da noi già apprezzatissima nel malikiano The Tree Of Life – tratteggia magistralmente una Salomé di sensuale e crudele voluttà. Tenetela d’occhio: è l’attrice del momento.

L’unico appunto? Non si capisce per quale ragione una pellicola di questo calibro sia stata presentata fuori concorso anziché nella selezione ufficiale, dato che avrebbe potuto tranquillamente concorrere per almeno due o tre dei premi principali.
Per la cronaca, la fine della proiezione è stata accolta da un’ovazione.




LOCANDINA





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